Mangio mirtilli e vedo meglio

L’ipotesi che i mirtilli potessero migliorare la vista venne formulata durante la seconda guerra mondiale: i piloti della Raf (Royal Air Force), accaniti consumatori di marmellata di mirtilli, mostravano un’insolita destrezza nelle incursioni notturne. Studi successivi attribuirono il potenziamento della vista agli antocianici, i pigmenti che danno al mirtillo il caratteristico colore blu-violaceo.

Questi pigmenti donano elasticità e tonicità ai capillari, anche a quelli presenti nella retina, il sottilissimo tessuto che sta nella dietro all’occhio e sul quale si imprimono le immagini.

Gli antocianici agiscono positivamente anche sui bastoncelli, gli elementi fotosensibili presenti sulla retina, che consentono di percepire le immagini anche in ambienti poco illuminati. Ecco svelato il segreto dei piloti inglesi, che grazie ai pigmenti presenti nei mirtilli, potevano vantare un’ottima vista notturna (visione scotopica).

Non solo al buio L’aiuto del mirtillo agli occhi non riguarda solo la visione notturna: migliorando la circolazione sanguigna nella retina si evita il rischio di retinopatia, un disturbo piuttosto serio che si verifica quando i capillari si dilatano troppo. Questo inconveniente è spesso una conseguenza del diabete: infatti, l’eccesso di zuccheri nel sangue, a lungo andare, può danneggiare la corretta circolazione sanguigna della retina. Gli antocianici proteggendo i vasi possono ritardare o attenuare questa malattia. Ma c’è di più. Il mirtillo, in particolare la sua foglia, contiene la neomirtillina, una sostanza della famiglia dei tannini in grado di diminuire la concentrazione di zucchero nel sangue: sia le bacche sia le foglie possono essere d’aiuto nella cura del diabete, a patto che non sia di tipo insulino-dipendente: infatti, i principi attivi possono migliorare l’attività dell’insulina (l’ormone secreto dal pancreas che metabolizza gli zuccheri) ma non possono indurne la produzione.

 

ph copertina Pixabay

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